Il cambiamento climatico è legato alle emissioni cumulative di gas serra (GHG), questo significa che per limitare l’aumento delle temperature occorre rispettare un carbon budget. 
L’International Panel on Climate Change fornisce direttive sul quantitativo di carbonio che può essere emesso per limitare il riscaldamento a 1,5°C con le relative probabilità, indicate nella tabella qui sotto. Le emissioni, comprese quelle associate ai cambiamenti nella destinazione d’uso dei terreni, superano oggi le 50 gigatonnellate di CO2 l’anno.

Tabella: Probabilità di limitare l’aumento delle temperature (dal 2019)

Fonte: IPCC AR6 Summary for Policymakers (2021).,

Anche se l’88% delle emissioni è coperto dagli impegni per lo zero netto sottoscritti dai vari paesi1 e il 23% è regolato da un meccanismo di carbon pricing,2 le emissioni globali di GHG continuano a salire. Il grafico sotto illustra l’entità del problema. Per rispettare i carbon budget, la decarbonizzazione dovrà procedere a un tasso annuale simile all’impatto che i lockdown da Covid-19 hanno avuto sulle emissioni nel 2020. Considerando le politiche climatiche attuali e i costi della tecnologia per la decarbonizzazione, ad oggi questo obiettivo non è raggiungibile. Dunque la compensazione del carbonio deve essere affiancata da un impegno continuo a ridurre le emissioni.

Grafico: Emissioni passate e future per raggiungere 1,5°C

Fonte: abrdn, Jones et al. (2023), le emissioni includono quelle derivanti dai cambiamenti della destinazione d’uso dei terreni.

Inoltre, circa il 30% delle attuali emissioni annuali deriva dai cambiamenti nella destinazione d’uso dei terreni.3

Uno dei modi per invertire questa situazione è l’investimento nelle soluzioni nature-based.

Per mobilitare i capitali verso queste soluzioni, gli investitori devono essere incentivati ad assumersi il rischio di progetto, ma devono anche garantire l'integrità delle dichiarazioni relative alle emissioni e all'impatto sulla natura. Gli investitori possono partecipare alle soluzioni nature-based in vari modi e dal livello di partecipazione dipenderà l’impatto positivo che potranno far valere:
  • Investimento diretto in progetti nature-based
    Investimento di capitale primario in progetti nature-based che produrranno un impatto positivo sul clima e riceveranno crediti di carbonio (una volta verificati).
  • Acquisto di crediti di carbonio
    Impiego di capitale secondario per acquistare crediti di carbonio verificati da progetti che hanno prodotto un impatto positivo sul clima.

Grafico: Esempio di progetto nature-based che ha un impatto sulle emissioni di GHG

Se ipotizziamo che il progetto nature-based sia caratterizzato da una elevata integrità – ossia soddisfi le soglie in materia di addizionalità, baseline, monitoraggio e permanenza – entrambe le forme di partecipazione dell’investitore potranno avere un impatto positivo sul clima. Nella prima modalità, il capitale dell’investitore rende possibile l’avanzamento di un progetto. Lo stesso vale per il capitale dell’investitore nella seconda modalità, perché il progetto dipende dai ricavi ottenuti dalla vendita dei crediti di carbonio. 

Questo può mettere gli investitori dinanzi al dilemma relativo su come gestire la richiesta dei crediti di emissione, perché il doppio conteggio annulla l’impatto positivo sul mondo reale. La soluzione è semplice e si basa sul soggetto che ritira il credito di carbonio.

  • L’investitore che fornisce il capitale primario
    al progetto nature-based ha diverse opzioni – e questo è un vantaggio fondamentale. L’investitore può ritirare il credito di carbonio (in modo che non possa più essere acquistato o venduto) per compensare le sue emissioni, oppure può venderlo per ottenere un ritorno sull’investimento. In ogni caso, anche se l’investitore vende il credito, dovrebbe poter dimostrare l’impatto positivo a livello di emissioni che ha prodotto – grazie al capitale apportato e al rischio di progetto assunto – senza tuttavia poter rivendicare una compensazione.
  • L’investitore che acquista i crediti di carbonio secondari
    deve immediatamente ritirare il credito per rivendicare una compensazione d’impatto. Questo significa che negli acquisti secondari gli investitori non hanno opportunità a livello di ritorno sull’investimento, ma sono comunque degli attori chiave del mercato della compensazione del carbonio. Questi acquirenti di crediti di carbonio sono fondamentali per assicurare che esista un mercato finale affinché i progetti nature-based generino ricavi da carbonio. 

Integrità ambientale

L’integrità ambientale di un progetto sottostante è un elemento fondamentale, indipendentemente dal fatto che l’investitore partecipi con la prima o la seconda modalità. È dunque necessaria una rigorosa due diligence per assicurare che i progetti siano addizionali, non prevedano crediti in eccesso e abbiano una elevata certezza di permanenza. A questo dovrebbe sommarsi un reporting dettagliato a livello di progetto, comprensivo di: nome del progetto, tipologia, luogo, programma di carbonio, anno, ID del credito, prezzo del credito, ecc.

Nel tempo, auspichiamo che la maturazione dell’Integrity Council for the Voluntary Carbon Market (ICVCM) e della Voluntary Carbon Market Initiative (VCMI) migliori il reporting dei progetti, la trasparenza e l’integrità del mercato in generale.

Reporting delle emissioni da parte dell’investitore

È fondamentale che il reporting delle emissioni venga effettuato sempre in termini lordi piuttosto che netti. Anche se l’uso teorico dei meccanismi di compensazione è quello di “azzerare” le emissioni, è opportuno prendere atto che per costruire un mercato credibile e a elevata integrità, la trasparenza è fondamentale. Pertanto, insieme al reporting del progetto, gli investitori dovrebbero altresì comunicare le emissioni in termini lordi.

La compensazione aiuta a raggiungere gli obiettivi di zero netto degli investitori?

Pur essendo opinione diffusa che gli investitori dovrebbero partecipare di più alle soluzioni nature-based, le linee guida sull’inserimento delle compensazioni nelle strategie per lo zero netto degli investitori sono ancora limitate. In primo luogo il mondo deve ridurre le emissioni e i progetti di rimozione del carbonio derivanti dalle soluzioni nature-based rappresentano una strategia complementare. Questo si allinea al concetto della gerarchia di mitigazione (cfr. sotto) in cui la riduzione delle emissioni deve essere l’elemento prioritario.

Gerarchia di mitigazione delle emissioni

 

Grafico: Gerarchia di mitigazione delle emissioni

A nostro avviso gli investitori devono applicare ai loro portafogli la gerarchia di mitigazione in maniera rigorosa prima di considerare le compensazioni come una modalità per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Tuttavia questo non deve scoraggiare la mobilitazione dei capitali verso progetti positivi per l’ambiente, purché siano trasparenti.

Infine, gli investitori dovrebbero riconoscere eventuali benefici aggiuntivi e l’importanza di ridurre il rischio associato a un progetto in riferimento al principio del non arrecare danni significativi, ad esempio valutando i diritti fondiari locali, interagendo con gli stakeholder in loco e considerando i risultati di ciascun progetto su scala più ampia, a livello sociale e di biodiversità.

abrdn ha definito sette principi chiave per assicurare l’applicazione di un elevato grado di integrità e di best practice nell’investimento diretto nelle soluzioni nature-based. Sono elencati nell’articolo Naturally tackling climate change che potete leggere qui.