A marzo di quest’anno, l’India ha superato la Cina diventando il paese più popoloso del mondo, con 1,4 miliardi di persone. Non sorprende che gli ambiziosi target di crescita dell’Asia vengano talvolta considerati incompatibili con gli obiettivi globali volti a contrastare i cambiamenti climatici. Tuttavia, a un’analisi più attenta, molte delle soluzioni verso lo zero netto di cui il nostro pianeta ha bisogno potrebbero arrivare proprio dalla regione asiatica. 

Con la sua economia alimentata a carbone, l’Asia è sempre stata considerata arretrata nella lotta al cambiamento climatico. Effettivamente le emissioni lorde di carbonio della regione sono elevate e, sebbene a livello pro-capite siano ancora basse, c’è il rischio che aumentino significativamente di pari passo con il suo rapido sviluppo.

La buona notizia è che le principali economie asiatiche sono sempre più impegnate sul fronte dello sviluppo sostenibile e delle energie rinnovabili. Molti paesi hanno annunciato obiettivi ambiziosi per lo zero netto: la Corea del Sud e il Giappone entro il 2050, la Cina entro il 2060, l’India per il 2070.

Anche se diverse economie stanno ancora facendo i conti con il cosiddetto trilemma energetico (fornire energia sicura, pulita e a prezzi accessibili), lo slancio crescente per una transizione energetica globale ci fa ben sperare nella possibilità di creare un futuro a zero emissioni nette. È vero, la transizione sarà costosa. Secondo l’International Energy Agency (IEA), l’investimento annuo dovrà raggiungere quota USD 5.000 miliardi entro il 2030. Si tratta comunque di investimenti che potrebbero creare milioni di posti di lavoro e stimolare il PIL globale. Sempre di più, l’APAC è la regione in cui riusciamo a individuare le soluzioni high-tech che alimenteranno il mondo a zero emissioni nette di domani.

Cosa significa tutto ciò per gli investitori?

Gli investitori hanno a disposizione una vasta gamma di opportunità negli investimenti sostenibili, dal finanziamento di progetti per le rinnovabili e di produttori innovativi di energia, al supporto di aziende tecnologiche avanzate. Si tratta di soluzioni sempre più efficienti, sempre più economiche ed è l’Asia che le sta sviluppando.

L’Asia è leader mondiale nell’energia solare ed eolica, nonché nella produzione di batterie per veicoli elettrici (VE). La maggior parte dei VE è infatti alimentata dalla tecnologia delle batterie sviluppata in Corea, Cina e Giappone. Il primo produttore mondiale di batterie in termini di capacità è la cinese CATL, seguita dalla coreana LG Energy Solution. CATL è tra i leader mondiali nella produzione e nella vendita di batterie agli ioni di litio e dei sistemi di immagazzinamento necessari per la transizione energetica. Le aziende asiatiche continueranno a beneficiare del fatto che molti paesi stanno gradualmente abbandonando i motori a combustione interna per concentrarsi sul trasporto pubblico elettrico.

La buona notizia è che le principali economie asiatiche sono sempre più impegnate sul fronte dello sviluppo sostenibile e delle energie rinnovabili.

Vediamo numerose opportunità di investimento, soprattutto in Cina. Oltre alla produzione di batterie per VE, troviamo aziende leader in settori come le componenti per l’energia rinnovabile e i data center efficienti sotto il profilo energetico. Secondo la IEA, nel 2020 i data center hanno prodotto circa 300 tonnellate di CO2 equivalente, incluse le emissioni incorporate, ossia lo 0,9% delle emissioni di gas serra (GHG) legate all’energia (o lo 0,6% delle emissioni di GHG totali). Con l’irrigidimento dei parametri sull’efficienza energetica dei data center, proprietari e operatori di data center efficienti acquisiranno un enorme vantaggio competitivo.

NARI Technology è uno dei principali fornitori di tecnologie di rete in Cina, ossia l’insieme delle attrezzature e dei software che aiutano a distribuire l’energia elettrica dai fornitori di energia primaria ai contatori elettrici degli utenti finali. L’azienda fornisce energia a State Grid e South Grid, che dominano il mercato della distribuzione dell’elettricità nazionale cinese. NARI Technology è ben posizionata per sfruttare le opportunità nel clean tech, ora che la Cina sta cercando di trasformare la sua rete di distribuzione dell’energia elettrica in una smart grid più efficiente, più affidabile e più green. Sta altresì beneficiando dell’accelerazione degli investimenti strutturali, perché il focus sull’energia rinnovabile e il lancio dei veicoli elettrici richiederanno un aggiornamento completo della rete al fine di gestire la riduzione dell'energia e i problemi di sicurezza.

Come non menzionare, infine, PowerGrid Corporation of India, che gestisce la rete elettrica nazionale del paese e diverse reti regionali, trasmettendo metà dell’intera elettricità nazionale. A nostro avviso la società è destinata a beneficiare degli investimenti infrastrutturali nonché della spinta dell’India verso le rinnovabili e le infrastrutture correlate. Gran parte della sua spesa in conto capitale è già focalizzata sulla connessione e la trasmissione dell’energia rinnovabile alle aree urbane.

Gestire una strategia nell’area APAC che risulti allineata agli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’ONU richiede molta ricerca, vista la difficoltà a reperire informazioni accurate sulle credenziali ESG (ambientali, sociali e di governance) delle aziende. Ma attraverso la due diligence e l’engagement, gli investitori possono individuare opportunità di qualità, poiché vi sono aziende che stanno aprendo la strada verso lo zero netto con una direzione chiara, dettagliata e credibile.

Considerazioni finali

Nel 2050 il mondo sarà molto diverso. La domanda di energia globale dovrebbe calare dell’8% rispetto a oggi, ma alimenterà un’economia di dimensioni doppie, con due miliardi di persone in più. L’Asia ci sta già dimostrando che gran parte dell’energia può essere tratta da fonti rinnovabili, e molte delle soluzioni migliori proverranno probabilmente da questa regione proiettata nel futuro.

Le società menzionate sono solo a scopo illustrativo al fine di mostrare lo stile di gestione degli investimenti descritto e non come raccomandazione d’investimento né indicazione della performance futura. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri.