Il 2022 è stato un unicum, un anno complicato sia per le azioni che per le obbligazioni, con i titoli che hanno fatto registrare l'anno solare peggiore dalla crisi finanziaria globale del 2007/08 e i mercati obbligazionari che hanno generato i peggiori rendimenti da decenni.

Gli investitori azionari saranno contenti di lasciarsi il 2022 alle spalle e potrebbero essere perdonati, per aver pensato che le cose potessero solo migliorare avviandosi verso il 2023. Dal punto di vista del mercato azionario, potrebbero avere ragione, ma è necessario essere cauti.

Siamo già usciti dalle paludi?

È importante non lasciarsi prendere la mano nel pensare al 2023 come un inizio completamente nuovo. Molte delle pressioni di mercato del 2022, come i prezzi astronomici dell'energia, l'ampia crisi del costo della vita, l'aumento della pressione fiscale e dei tassi d'interesse, non hanno ancora esercitato il loro pieno impatto sull'economia reale e sulle tasche dei consumatori.

Purtroppo, il massimo della sofferenza si avvertirà solo l'anno prossimo. Nel 2023 prevediamo una crescita del prodotto interno lordo (PIL) notevolmente più lenta e la discussione sulle aziende è passata dai problemi con la catena di approvvigionamento all'impatto di una domanda minore.

Sebbene le previsioni in termini di inflazione potrebbero avere raggiunto il picco, il suo impatto sui margini aziendali si osserverà solo l'anno prossimo. L'inflazione dei salari rappresenta la maggiore incertezza sui costi per molte società,

Per di più, le previsioni per gli utili aggregati a livello di mercato per il 2023 non riflettono ancora adeguatamente il probabile rallentamento della crescita del PIL. Ciò è particolarmente vero nel Regno Unito e in Europa, dove riteniamo che gli utili previsti possano scendere di oltre il 10% l'anno prossimo.

Ma i mercati guardano avanti...

Ma i mercati sono lungimiranti, vale a dire che gli investitori tendono ad anticipare gli eventi prima che si verifichino effettivamente.

La storia ci mostra che i mercati azionari scendono tipicamente quando gli indici PMI (Purchasing Managers Index), indicatori lungimiranti della salute economica nei settori manifatturiero e dei servizi, scendono al di sotto di un valore di 50, come è avvenuto negli scorsi mesi.

Ma mentre i valori PMI iniziano a riavvicinarsi al 50, molto prima dell'inizio reale di qualunque ripresa economica, spesso i mercati azionari cominciano a correre. Ciò potrebbe essere ciò che cominciamo a osservare per il 2023.

...e così le azioni potrebbero trovare un supporto

È probabile che l'attività aziendale offra supporto ai prezzi delle azioni, poiché sia gli investitori che le società iniziano a vedere delle opportunità nelle conseguenze del calo dei prezzi delle azioni stesse.

Ad esempio, l'interesse per fusioni e acquisizioni e l'attivismo degli investitori rimangono particolarmente alti nel Regno Unito. Entrambi sono dovuti al valore percepito del mercato.

Osserviamo la continuazione dei riacquisti aziendali nei mercati sviluppati. Tale attività aumenta inoltre in parte dell'Asia, Cina compresa.

Fortunatamente, non si osserva un accumulo di liquidità su vasta scala da parte delle aziende, eccetto quelle già soggette a un notevole stress finanziario.

Ma i titoli sono davvero "economici"?

La risposta sintetica dipende da dove si guarda. Mentre le valutazioni azionarie sono scese bruscamente nei settori ciclici e presentano ampiamente prezzi da recessione, i settori più difensivi, come i beni di consumo e le assicurazioni, vengono scambiati in linea con la rispettiva media a lungo termine.

Le discrepanze nelle valutazioni regionali hanno continuato ad ampliarsi, con il mercato USA che non pare particolarmente economico, persino rispetto alla propria storia.

Le materie prime hanno registrato una buona performance, ma il mercato non ritiene che i prezzi correnti di energia e risorse siano sostenibili. Nella maggior parte delle regioni, vediamo ancora un valore ragionevole in questi settori.

Punti chiave per gli investitori

Cosa significa tutto questo per un investitore che prova a fare piani per l'anno prossimo?

Ecco tre punti chiave:

  • Non è il momento di acquistare indiscriminatamente i titoli dal prezzo più basso;
  • I titoli in forte crescita potrebbero faticare a riprendere i multipli altisonanti del 2021, dato l'ambiente a tasso elevato;
  • Questo potrebbe essere l'anno della "qualità": aziende redditizie con forti flussi di cassa, stati patrimoniali economici solidi, margini sani e potere di determinazione del prezzo.

Considerazioni finali

Le valutazioni azionarie sono scese durante tutto il 2022. Ma a causa delle previsioni di rischio e utili, man mano che il rallentamento globale del PIL nel 2023 appare sempre più evidente e con l'incertezza delle prospettive politiche sempre presenti, è ancora tempo di usare cautela.

Di fatto, uno dei motivi per non farsi prendere la mano è che una modesta ripresa dei mercati azionari sembra essere ampiamente prevista tra i partecipanti al mercato. Negli anni, abbiamo imparato che vale sempre la pena di essere scettici verso la prospettiva del consenso.

Potrebbe esserci, in effetti, un modesto potenziale al rialzo per i mercati azionari l'anno prossimo, ma mancano ancora le prove per pensare ad una prospettiva più ardita, o per superare il PIL in relazione alle aspettative delle previsioni e/o per un picco dei tassi di interesse inferiore al previsto.

Nel frattempo, noi di abrdn continuiamo a cercare aziende di qualità con valutazioni allettanti per aiutare i nostri clienti nel 2023 e oltre.